Bisogna aspettare l’autunno, la fine della stagione estiva per conoscere l’"altra Ischia", quella lontana dai bagni e dalle "leggi" del turismo. La vendemmia poi rappresenta una vera e propria cesura, quasi un "rito di passaggio" dal tempo frenetico e lineare dell’estate, a quello lento, circolare dei mesi invernali. L’odore intenso del mosto, i colori dell’autunno, gli splendidi scorci che solo regala l’isola d’Ischia sono perciò il momento ideale per facili escursioni tra natura e arte.
Il versante sud-orientale dell’isola, quello ricompreso all’interno del triangolo Piedimonte-Fiaiano-Testaccio nel comune di Barano d’Ischia, è il compendio perfetto delle suggestioni fin qui evocate.
Non solo natura. Anche l’arte e il sentimento diffuso della fede hanno il loro posto, all’insegna della semplicità, tanto delle linee architettoniche che delimitano gli spazi, quanto delle tradizioni popolari che si ripetono immutate da generazioni.
La Chiesa della Madonna di Montevergine, meglio conosciuta come il Santuario dello Schiappone, vale perciò una visita. È un edificio della prima metà del ‘600 concepito come luogo di eremitaggio. Nei secoli ha subito diversi passaggi di proprietà con annesse ristrutturazioni senza però mai perdere il suo carattere rustico, popolare. Per dire, una sola navata a croce latina, con la cupola a botte all’incrocio del transetto, senza grandi opere d’arte, eppure in grado di trasmettere un’idea di maestosità, evidentemente del tutto slegata dalle dimensioni della struttura.